Tornati a Roma, ti rifiutavi fermamente di rientrare in ospedale.

È stato allora che Maria Cantonetti decise di diventare il tuo ospedale a casa. Da vero angelo, si sottoponeva a tours-de-forcel’spaventosi. Ogni notte, per poterti preparare e somministrare la chemioterapia, restava con te fino alle quattro o alle cinque di mattina, e poi, con un caffè in flebo, affrontava la sua mattinata di lavoro in ospedale.

Quante volte l’ho svegliata quando, con la televisione accesa, crollava sul divano in posizione artistica, e quante volte, con gli occhi pieni di gratitudine, ho visto la tua manona carezzare la sua.

Intanto tu continuavi imperterrito la tua vita di studio all’Università, di lavoro al centro sportivo, di relazione con gli amici. E la sera non rinunciavi ad uscire con loro.

Papà ed io ti osservavamo esterrefatti ed orgogliosi della tua forza fisica e psicologica, che era diventata per tutti un esempio, un grande esempio per imparare da te la lezione della vita. Sorridendo commentavamo insieme che la tua storia poteva essere paragonata ad una partita di Monopoli, o al gioco dell’Oca.

Si tirano i dadi e puoi avanzare di due caselle, o retrocedere di tre, oppure stare fermo un giro. Alla fine dei cicli di chemio abbiamo festeggiato alla grande con un soggiorno a Tropea, cugini ed amici al seguito. Mi riservai una vacanza speciale tutta per noi sulla costiera amalfitana.

Papà ci raggiunse dopo una settimana per portarci sulla costa Azzurra.

La preoccupazione di quanto ci aspettava non sciupò la bellezza di quei giorni. Tu soprattutto ne godevi gioiosamente e ci contagiavi con il tuo entusiasmo e ci mostravi il solito coraggio. Si stava approssimando un’altra operazione, questa volta al rene.

Maria Cantonetti con intuizione e tenacia perseguiva il suo scopo, benché ostacolata da tutti, compreso lo staff americano.

Come sempre, la sua intuizione era giusta, e tu reagivi da quel toro che eri, diffondendo amorevole allegria tra tutti quanti ti avvicinavano. Stavano per asportarti il rene sinistro e, alla tua giusta e sacrosanta domanda al chirurgo, di quali avrebbero potuto essere le conseguenze, avevi sorriso nel sentirti rispondere, con il tuo stesso umorismo, che da quel momento non avresti potuto più donare un rene!!!

Superato l’intervento, avevamo meritato ancora una bella vacanza a Tropea. Bisognava fare scorta di energie per la prossima chemio.

II sette agosto era nato il piccolo Andrea. Ma tu eri agli arresti domiciliari per i valori bassi, ed io con te.

Aleggiava un po’ di tristezza. Passerà.

Per la terza estate non avevi potuto fare programmi.

Ma i tuoi amici erano solidali con te, ed erano tutti restati in zona.