Barbara Palombelli e Resi Madia, mamma di Oppo, rispondono ad un padre. Repubblica del 26 maggio 2000
VORREI rispondere personalmente al dottor Sanna (la cui lettera è stata pubblicata il 16 maggio scorso) raccontando la mia esperienza. L’esperienza di chi ha perso un figlio. Un dolore, il più terribile, che si è trasformato in una forza inaspettata. Una forza che ha restituito senso alle mie azioni quotidiane, ai sentimenti un po’ appannati, all’intera storia della mia esistenza.
È incredibile, cinque anni fa, per dirlo con le parole di Woody Allen, «eravamo felici ma non Io sapevamo». Poi, quel momento, quell’ ultimo fotogramma all’ospedale di Houston. Ricordo che, attaccati al monitor, che la sua respirazione comandava, Mario ed io imploravamo un miracolo, anzi il miracolo.
Ed ecco che nel momento, in quel tragico momento in cui Oppo si è trasformato in una stella, noi siamo stati invasi da una luce accecante.
Ci siamo guardati increduli, smarriti, umanamente addolorati ma non disperati: questo era il miracolo.
Ancora una volta Oppo ci ha preso per mano e ci ha spiegato che in realtà, il concentrare tutto, affetti, attenzioni, attese su un solo è riduttivo, il progetto su noi tre è molto più ambizioso.
Noi abbiamo raccolto questo messaggio ed ora siamo in cammino, consci che non possiamo deludere le aspettative che il Signore nutre su noi tre, essendo stati scelti per un progetto grande. È per questo che noi siamo convinti di essere dei privilegiati.
- Perché tutti amano Oppo, ma OPPO è nostro figlio e noi siamo i suoi genitori, ed ora nessun linfoma ce Io potrà strappare via.
- Perché abbiamo potuto vivere noi tre insieme questa fortissima esperienza d’unione.
- Perché in questo percorso abbiamo incontrato solo angeli
Certo, è stato un cammino di dolore, ma insieme di grande amore.
A volte penso di essere pazza ma tanto – mi dico – ce ne sono tanti in giro, almeno io sono una pazza a allegra e quindi…
L’importante, caro dott. Sanna, è essere in ascolto della volontà dei nostri ragazzi. Loro ci sanno guidare, perché da lassù tutto è più facile. Il vivere quel poco e quel tanto che ci separa da loro con impegno gioioso, questo è il nostro dovere di riconoscenza e amore.
Resi Madia
LA LETTERA di Camillo Sanna, padre disperato per la morte del figlio, ha avuto un’infinità di risposte… Pubblico oggi la testimonianza di Resi Madia, madre di Oppo, ragazzo adottato amarissimo, scomparso da qualche mese. In sua memoria, per aiutare gli ammalati che hanno bisogno ai esser curati in camere perfettamente sterili, è nata una associazione (gli amici e i sostenitori di questa iniziativa si ritroveranno domenica 28 a Ostia, presso Io stabilimento la Casetta di Castelporziano, a partire dalle 12)… Il signor Sanna voleva entrare contatto con altri genitori e so che moltissimi gli
hanno scritto. So che questo non basterà, che la posta elettronica non allevierà il dolore per una condanna così grande, ma la famiglia Sanna deve sapere che i lettori e le lettrici di questa pagina sono accanto a lui, che in tanti ci siamo commossi leggendo il suo appello.
Barbara Palombelli