I tuoi compleanni erano ogni volta delle feste indimenticabili. Ogni anno si disegnava una torta diversa: il mondo dei Puffi, le api e l’alveare un enorme campo di fragole, la margherita formata dai petali di mimose la barca dei pirati.
E, per accogliere gli ospiti si preparava un cartellone che era tutto un programma.
Tu, mascherato da cuoco, distribuivi i pop-com, e gli invitati erano intrattenuti a seconda dell’età, da Pulcinella o dal Mago (Padre Milan) o dai pagliacci, o da uno spettacolino di prosa o dai ragazzi scouts.
I premi che distribuivi alla fine della festa erano sempre qualcosa di vivo, pesciolini rossi, pulcini.
In seguito, dopo la vivace protesta delle mamme, diventarono delle piantine.
In crescendo
Le elementari si erano concluse con gli esami di rito. Li hai affrontati e sostenuti brillantemente distinguendoti per la tua consueta incoscienza.
Alla fine della scuola sei voluto tornare a Tropea, per ritrovare tutto quello che già conoscevi.
Fu una settimana magica. Tu eri ormai indipendente, ma non del tutto privo di qualche dolce residuo infantile. Ed io osservavo la tua crescita con gioia e stupore, senza nostalgia del passato.
Ero appagata dall’averti goduto tanto, tutto.
Ed ero pronta a continuare. Crescendo con te, avevo l’impaziente curiosità di sapere:
“E dopo, cosa succede?”.
La caratteristica di questo momento erano le lacrime in tasca. Infatti, quando una cosa ti disturbava ti difendevi piangendo. Eri, sei, tanto, tanto tenero.