Appena ti abbiamo portato a casa, puoi immaginare l’andirivieni di amici e parenti, e lo squillo continuo del telefono, del citofono, della porta. Sembrava il paese dei campanelli.
Primo fra tutti é arrivato il nostro adorato nonno Gigi, il quale certo non godeva fama di gran fanciullaio. Ma questo nipotino, arrivato in tarda età, l’aveva completamente conquistato, tanto che non lasciava passare una sola giornata senza venire a vederti, e ti salutava chiamandoti affettuosamente:
“Cavaliere, allora come andiamo“? Era una dolce consuetudine quel suono del campanello verso sera, e il veder comparire la sua bella sagoma contro luce sulla porta. Un po’ curvo, dopo una giornata di lavoro, con la sua inequivocabile scia di profumo mista a tabacco, borbottava tra sé:
“Questo nipotino mi fa sentire nonno in una maniera nuova, che strano, é la prima volta che ci penso, prima non era mai capitato”.
E tu, pacifico, continuavi a bere il tuo tubo di latte, che ingordamente finivi fino all’ultimo goccio. 0 sguazzavi nell’acqua tiepida del bagnetto, innaffiandomi fino alla punta dei piedi. Oppure schiacciavi il tuo consueto sonnellino.
Ancora non sapevi che il nonno era il capostipite, che lui ti aveva desiderato più di noi, anzi no! Prima di noi… prima che tu venissi. Ancora non sapevi che lui dopo pochi mesi sarebbe volato in cielo, accanto alla tua mamma. Si, la tua mamma… della pancia.
Perché lì sono tutti insieme!