Un pensiero di Barbara Palombelli alla nostra Associazione, dedicato a Resi Madia, nel suo editoriale. Repubblica del 16 maggio 2000
GENTILE Barbara.
Capita sovente nella rubrica di leggere lettere di genitori straziati dal dolore per la perdita del figlio o figlia vittime di quel terribile male chiamato tumore. Chi Le scrive, circa un mese fa ha perso l’unico figlio, di 11 anni, stroncato da un tumore cerebrale dopo sei mesi trascorsi all’ospedale Regina Margherita di Torino: sei mesi infernali, cominciati con diagnosi inizialmente errate, sino a quella che non avremmo mai voluto sentire.
Ebbene ora che nostro figlio non c’è più, la nostra esistenza è un continuo calvario. La mattina si piange perché non vediamo più nostro figlio prepararsi per andare a scuola dopo la colazione, il pomeriggio si piange perché alle ore 16,30 non si va più ad aspettarlo ai cancelli della scuola, la sera si piange perché sul divano del soggiorno non c’è più lui seduto.
E molto triste dire che io e mia moglie guardandoci in faccia ci chiediamo, ma per quale ragione noi continuiamo ad essere qui, quando il corso naturale della vita doveva essere l’opposto di quello che in realtà è? Non devono essere i figli a celebrare i funerali dei genitori?
La prego di dare spazio a questi fatti drammatici, così vi è la possibilità di corrispondenza attraverso internet, e di dialogo fra le persone vittime di queste tragedie.
Camillo Sanna
I GENITORI perdono i loro figli — spesso — riescono in un miracolo, Trasformano il loro dolore in un impegno verso gli altri…
E stato così per Marisa Fasanelli, infaticabile e straordinario angelo che I ‘8 giugno prossimo aprirà a Roma la «Casa di Peter Pan», casa-famiglia per bambini ammalati di cancro, dedicata a suo figlio…
E così per Resi Madia, madre di Oppo, ragazzo che verrà ricordato anche grazie alle camere sterili per l’ospedale Sant’Eugenio che i suo i genitori hanno donato… e che altri doneranno ad altri ospedali…
È così per Fulvio de padre di Luca, cui verrà dedicata a Bologna “La casa dei risvegli”, una casa-famiglia per giovani in coma…
A Camillo Sanna, che scrive oggi e chiede corrispondenza con altri genitori disperati copie lui, giro queste parole…
Mi scriva ancora.
Barbara Palombelli