Due giorni dopo sei diventato una stella.
Sotto lo sguardo paternamente turbato dell’amico cardiologo dottor Angelini, ho visto Mario singhiozzare.
Non lo aveva mai fatto durante quei tre lunghi anni.
Allora mi sono avvicinata, e gli ho sussurrato all’orecchio: “Aspetta, vedrai, nulla é impossibile al Signore. Lui può vincere la morte, lo ha già fatto”.
Una luce caldissima é scivolata dentro di noi, improvvisamente tutto era chiaro, comprensibile, evidente. Tu, Oppo, brillavi nei nostri cuori per farci capire che il miracolo era avvenuto.
II progetto su di noi era molto più ambizioso.
In fondo se tu fossi guarito, noi avremmo di nuovo concentrato solo su di te tutta la nostra vita, e sarebbe stata una vita come tante altre.
Ma il messaggio della tua vita era diverso e doveva restare amore e gioia per sempre, continuando a vivere nello spirito di servizio che significa aprirsi e mettersi in ascolto del prossimo sofferente, che significa dare un aiuto concreto per alleviare il dolore. Tutto questo ci stavi trasmettendo, e noi, in pochi secondi, come inebetiti, storditi da un amore più grande di noi, lo abbiamo sentito.
Ad Houston erano le sei del pomeriggio, in Italia l’una di notte. Un’ora dopo suonò il telefono, era Maria di Catanzaro che ti aveva sentito passare a salutarla:
“Quando sono venuta a casa vostra, in quella domenica prima della partenza, ho avuto la sensazione che Oppo fosse pronto. Ma voi no, non ancora. Per questo lui ha chiesto una proroga al Signore. Erano necessari questi cinque mesi a prepararvi. Ora avete capito“.
Ripenso spesso a queste parole e rifletto che, se quelle parole dicevano il vero, tu sapevi ed avevi voluto soffrire per noi, avevi sempre sofferto per proteggerci.
Allora scopro l’immenso valore del tuo costante sorriso, delle tue battute ironiche, del tuo sforzo nello sdrammatizzare ogni martirio.
Questo atto d’amore di un figlio verso i genitori, quasi contro e al di sopra di ogni legge dell’umana natura, ci fa capire che siamo stati scelti per una incredibile impresa, e ci incoraggia a non sentirci mai inadeguati ad assolvere la volontà di Dio. Avevo chiesto un miracolo. Ero stata esaudita?
Per te stavano accadendo cose speciali, una luce si era accesa in noi perché potessimo vedere e capire.