In ospedale stavamo al nono piano, specializzato nei tumori ematologici. Si avvicendavano nei vari turni circa trenta infermieri e infermiere.
La terapia intensiva era al settimo piano. Accoglieva i malati gravi che venivano molto spesso intubati e tenuti in anestesia totale. Poche persone ne uscivano vive. Per questa ragione i familiari erano accolti nella contigua waiting room, dove veniva dato loro un cerca-persona che avrebbe suonato in caso di emergenza, affinché potessero tempestivamente raggiungere il paziente.
Dal reparto di terapia intensiva, Oppo mio adorato, saresti entrato ed uscito per ben cinque volte. Ed una sesta. E noi con te.
Per due mesi, abbiamo dormito e vissuto nella waiting room, approfittando di ogni genere di conforto a disposizione dei parenti. Gli incontri che facevamo in questa sala erano pervasi di solidarietà, amore e comunione.
Ognuno aveva imparato a conoscere la vita degli altri.
Berenice, dopo aver perso una figlia, era lì con l’altra, una ragazza che aveva donato il midollo.
Margaret Manship, scultrice, artista ricca di temperamento, in un’ora era stata capace di chiamare tre avvocati per esaudire i desideri del suo compagno.
Una famiglia numerosa della Louisiana aveva una figlia di quattordici anni in condizioni disperate, ma ci offriva il proprio appartamento ed ogni cosa di cui avessimo bisogno per non sentirci soli.
Una bella americana, circondata da cognate alte ed eleganti, soffriva con dignità per la lenta agonia di suo marito, un affascinante madrileno.
Nella famiglia degli Emirati erano tutti brutti, ma tenerissimi nell’amore per la mamma molto grave.
Antonio, il messicano, aveva sperato inutilmente per sua moglie durante tre lunghissimi mesi.
L’argentino José aveva pianto a dirotto davanti a sua sorella uscita dall’intensive care, ma immobilizzata sulla sedia speciale.
Storie umanamente incredibili, vite invivibili, avvenimenti carichi di dolore e gesti di amore inimmaginabili. Chi dice che l’uomo é cattivo? II mondo del dolore é pieno di valori profondi e veri. Di fronte ai grandi temi dell’esistenza l’uomo dà il meglio di sé e la gara di solidarietà che abbiamo visto testimoniata in quella sala d’attesa ne é la prova.