Tu ormai avevi ripreso alla grande. Era una domenica di luglio, avevi desiderato fare un bagno in piscina, poi eravamo andati a comprare la carbonella e le bistecche per fare un barbecue.

Questo sarebbe stato l’ultimo bel ricordo prima di rientrare per sempre in ospedale.

Infatti, il giorno successivo, dopo una pessima giornata, fummo costretti al ricovero d’emergenza, subito dopo ti trasferirono in terapia intensiva. Gli avvenimenti stavano precipitando. Si parlava di setticemia, di pancreatite e di polmonite da sanguinamento.

Ci proponevano il ventilatore, una macchina che temporaneamente ti avrebbe aiutato a respirare.

Noi, con finta disinvoltura, divagavamo parlando del tempo, della data dell’ultimo ricovero. Che giorno è oggi? Ci hai interrotto ridendo: “Mammina! Papa! Siete i soliti rimbambiti! Oggi è venerdì ventitré luglio, io con la morfina sono lucido, ma voi senza, siete confusi”.

Sono state le tue ultime parole, poi ci hanno allontanato per intubarti. In seguito i monitors avrebbero parlato per te.