Ora peró vorrei ricordarti i bellissimi giorni d’estate passati a Tropea con zia Anna ed Andreino, il cugino che é sempre rimasto la tua grande passione. Tu attiravi le simpatie di tutti gli ospiti dell’albergo, al primo posto Tronchetta che apostrofavi ogni cinque minuti domandandogli le cose più impensate:
“Quanti bagni ti fai?
Perché chiedi sempre il ghiaccio?
Dov’é tuo marito? In quale casetta stai”?
E poi la bellissima Ludovica con gli occhi da gattina, che ti ritrovavi sempre vicina pronta ad offrirti un’aranca. C’era con noi anche la cuginetta più piccola, la dolce Mariannina la blonde.
Durante l’inverno, un terribile terremoto aveva sconvolto il già poverissimo paesino dell’Irpinia, e papà era partito per aiutare quella gente cosi tanto colpita. Al suo ritorno, aveva portato con sé due bambine trovate in quel deserto di miseria e di dolore. I familiari si erano sistemati nella nostra roulotte, e loro erano venute da noi per due settimane, per evitare lo spettacolo orribile di quei primi giorni. Anche in questa occasione hai mostrato un comportamento esemplare. La tua camera era stata invasa, i tuoi giochi maneggiati e rotti da quelle manine inesperte, il tuo lettino occupato, ma non avesti mai dei gesti di ribellione o di impazienza. Solo un giorno saresti esploso. Loro avevano osato prendere un vecchio portafogli che il tuo papà ti aveva regalato, e tu, che adori il tuo papà, avevi trasferito questa adorazione anche agli oggetti che lui ti aveva regalato. Ne era venuta fuori una scena furibonda, perché tu non volevi cedere per nessuna ragione, mentre loro non capivano come mai, mentre avevi lasciato che ti prendessero tutto, solo per quel piccolo oggetto si erano scatenate le tue ire.