Ormai il tuo soprannome non era più Pitacino, come quando eri appena nato, bensì Oppo. Ti era stato affibbiato da Nicolino, all’epoca detto Nino, che, non riuscendo a dire Adolfo, un pomeriggio se n’era uscito, dopo sforzi inenarrabili, con sopracciglia inarcate fino alla radice dei capelli e cianosi in atto, con il nomignolo di Oppo. Nell’inverno dei tuoi tre anni, con i tre cuginetti, Nicola, Lucia e Nanni, abbiamo trascorso delle indimenticabili vacanze invernali, piene di aneddoti e sottolineate da personaggi fantascientifici. Una di queste é Lorena, la signorina di Nanni che, a mo’ di Trudy la moglie di Gambadilegno, stazzando sei tonnellate per coscia, si aggirava ansimando, tipo ninfa di bosco. Per i corridoi del residence di Pescasseroli intonava gioiosamente la ben nota canzone Heidi la tua casa e tra i monti, sempre seguita da voi, quattro cuccioli saltellanti. Intanto un’altra persona entrava nella nostra casa: Militina la tua nuova tata. Ne uscirà dopo tre anni, da sposa, e tu accompagnerai il corteo nuziale portando il cuscino con le fedi fino all’altare.
Avevi già quattro anni, quando la nostra famiglia fu scossa da un avvenimento sconvolgente: la malattia di nonno Nicola, improvvisa, crudele, lunghissima. Un giorno tu scriverai in un tema: “Mia mamma é sempre allegra e vivace, solo diventa triste quando pensa al suo papà che sta male”.