Bevevo queste giornate come un assetato una bibita fresca. Ogni giorno c’era una scoperta nuova. II primo dentino. II cucchiaino della pappa ha fatto din, e tu mi hai mostrato il tuo primo miracolo: neppure una lacrima, non un lamento.

Poi i primi passi, le prime paroline.

Ed eccoti già con cestino e grembiulino varcare la soglia dell’asilo di suor Chiara, una giovane suorina catapultata a Roma da Torino con un’aria sparuta e spaurita. Con lei ti sei ambientato subito.

Andavi volentieri, fiero di andare all’asilo come papà va in ufficio e la mamma va dai vecchini.

Hai affrontato con serenità il primo, naturale distacco da noi dopo tre anni di simbiosi assolutamente perfetta. Non c’é mai stato un giorno in cui ti sei rifiutato di andare a scuola. Figurati, io non aspettavo altro, ed ogni mattina, senza interferire nella tua decisione di mettere le ali per cominciare a volare da solo, scrutavo speranzosa semmai avessi avuto qualche incertezza.